
“Vite Spezzate”: Il Debutto Teatrale che Raccoglie le Memorie delle Deportazioni.
Il 26 gennaio 2025 al centro culturale Calderara di Vanzago è stata una serata che rimarrà impressa nei cuori e nelle menti di coloro che hanno avuto il privilegio di assistere alla prima dello spettacolo teatrale “Vite Spezzate“. Questo evento, ha conquistato il pubblico con un’intensità emotiva straordinaria e un messaggio potente che ha saputo colpire nel profondo. È stato reso possibile dall’adattamento teatrale del libro omonimo, che raccoglie le testimonianze di vittime e sopravvissuti e le sensazioni che ragazze e ragazzi hanno vissuto durante il loro viaggio della memoria nei campi di concentramento e di sterminio nazisti. Vite Spezzate nasce dalla collaborazione tra me e Marco Nicosia, un lungo percorso che è partito con la realizzazione del nostro docufilm e che è proseguita con questo progetto teatrale. Il nostro obiettivo è stato quello di portare in scena una narrazione che non solo racconta delle storie molto forti, ma che invita a riflettere, a partecipare. Lo spettacolo ha riscosso un grande successo, con un pubblico coinvolto e commosso.

Cosa molto importante da sottolineare, abbiamo ricevuto il prezioso riconoscimento da parte di “ANED” Milano, della “Fondazione CDEC” di Milano e l’Associazione “La Piccola Gerusalemme” di Pitigliano che hanno concesso il patrocinio allo spettacolo.
Un Viaggio nella Memoria di chi ha vissuto tali atrocità.
La produzione, realizzata dal gruppo teatrale Di-Versi e In-Versi, che ha visto Marco Nicosia come attore unico e regista, si sviluppa attraverso un flusso di ricordi e sensazioni. L’attore, vestendo i panni dei numerosi personaggi che evocano le testimonianze, riesce a trasportare il pubblico in un viaggio emozionale che attraversa le parole di coloro che hanno vissuto sulla propria pelle le atrocità del nazifascismo. In un monologo profondo e coinvolgente, le voci di diverse persone si intrecciano e si fondono, riportando alla luce emozioni e sofferenze che, troppo spesso, rischiano di essere dimenticate.

Le Testimonianze che Raccontano la Storia.
Le parole di Vite Spezzate non sono frutto della fantasia, ma raccontano storie vere, testimonianze e racconti di uomini e donne che hanno riportato le storie di chi le ha vissute sulla propria pelle. Tra i protagonisti che emergono nella narrazione teatrale troviamo Rocco Carta, educatore e narratore, con il suo racconto “Graffi” insieme ai figli di Italo Geloni, Laura e Paolo, che hanno condiviso la dolorosa memoria del padre deportato nei lager nazisti di Mauthausen e Dachau. La storia di Pietro Meloni, deportato e ucciso a Flossenbürg, raccontata dai due nipoti Carmen e Pietro, quella di Vittorio Bruno, deportato e ucciso, raccontata da sua nipote Roberta De Francesco, queste storie ci toccano nel profondo.

Anche le testimonianze di Martina Nizzi, docente, con la sua poesia e di Joseph Jona Falco, studente, che attraverso i suoi viaggi della memoria racconta la sua esperienza intima, si intrecciano in un racconto che ci porta a riflettere sulla dimensione universale della sofferenza. Emanuele Fiano, figlio di Nedo Fiano, unico sopravvissuto della sua famiglia e deportato ad Auschwitz, ci trasmette un messaggio molto toccante e al tempo stesso un monito da scolpire nella nostra mente.
Una delle storie più struggenti è quella di Sofia Haardt, nipote di Andrea Haardt, che, a causa delle vergognose leggi razziste per proteggere moglie e figli decide di separarsi da loro, questo ritrovarsi solo e disperato, lo porterà a togliersi la vita. Una testimonianza che mette in luce non solo il terrore vissuto dalle vittime, ma anche la forza devastante della separazione e della perdita.

Non va dimenticato il prezioso intervento vocale di Leo Visco Gilardi, che ci ha permesso di registrare alcuni brevi ma importanti parti dello spettacolo, arricchendo ulteriormente la performance.
Il libro Vite Spezzate, che ha ispirato lo spettacolo, verrà ripubblicato con una seconda edizione da Edizioni Underground. Questa nuova edizione, arricchita di contenuti inediti, darà l’opportunità ai lettori di immergersi ancora di più nella storia raccontata da Marco Nicosia.

Un’Opera che Interroga.
Vite Spezzate non è solo un’opera che racconta una pagina buia della storia, ma una riflessione profonda sulla necessità di non dimenticare. Lo spettacolo, pur essendo radicato in un contesto storico preciso, solleva interrogativi universali sulla memoria collettiva e sul ruolo che ciascuno di noi ha nella preservazione della verità. Il nazifascismo, le deportazioni, l’annientamento di innocenti vite umane e le sue atrocità non devono essere dimenticate, e la rappresentazione teatrale di queste testimonianze diventa un potente strumento di educazione, partecipazione e di consapevolezza.
Il Messaggio di Marco Nicosia.
Marco Nicosia, che ha curato l’adattamento teatrale, ha saputo creare uno spazio in cui il pubblico non è solo spettatore, ma diventa parte di un processo di interrogazione e riflessione. La sua regia e la sua interpretazione rendono Vite Spezzate un’esperienza unica, che va oltre la mera rappresentazione di una tragedia storica, invitando chi assiste a confrontarsi con la memoria, la dignità e il rispetto per le vittime del nazifascismo.

Un’Emozione Che Rimane.
La serata del 26 gennaio non è stata solo una prima teatrale. Non è un caso che uno degli obiettivi principali di questa produzione sia proprio quello di far girare lo spettacolo su scala nazionale e internazionale, portandolo anche nelle scuole. Siamo convinti che questo sia particolarmente adatto come strumento educativo e partecipativo per i giovani. Attraverso lo spettacolo, infatti, gli studenti possono non solo avvicinarsi a temi importanti, ma anche diventare parte di un dialogo vivo e concreto che si sviluppa attraverso il teatro.

Un progetto che continua a crescere e a parlare alle coscienze di oggi e di domani.
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