Il mio primo reportage tra i borghi della Maremma

Agosto 2017.

Ricordo perfettamente quella luce dorata che accarezzava le colline della Maremma, come se fosse ieri. Ero in vacanza, sì, ma non era una vacanza qualunque. In quel lembo di Toscana, con i suoi paesaggi agricoli caratteristici e autentici, stavo per firmare il mio primo vero reportage di viaggio. Era tutto nuovo, eccitante, perfino un po’ folle. Con me c’era Sara, penna attenta e collaboratrice al progetto. Io, invece, avevo il compito – e l’onore – di raccontare tutto attraverso l’obiettivo.

Con una bozza di collaborazione con Borghi Magazine nel cassetto e sotto la regia attenta di Luciano, disegnammo un itinerario affascinante: Montiano, Magliano in Toscana, Pereta e Scansano. Il filo conduttore? Il Morellino di Scansano, vino robusto e sincero, figlio di questa terra.

Un viaggio tra vigne, storie e pietre millenarie

Il nostro percorso iniziò da Montiano, un piccolo gioiello arroccato a 261 metri sul livello del mare. Un borgo che ti accoglie con il silenzio e il panorama: da qui, nei giorni limpidi, lo sguardo si spinge fino all’Argentario e alle isole dell’Arcipelago Toscano. Nel cuore di Montiano, tra vicoli di pietra e piazze sospese nel tempo, la Chiesa di San Giovanni Battista e la Torre dell’Orologio raccontano storie antiche. Già allora capii che non si trattava solo di una raccolta di fotografie: era un vero e proprio tuffo nel tempo.

Lasciato Montiano, il paesaggio mutava sotto i nostri occhi. File di viti, casali, silenzi interrotti solo dal canto delle cicale. Tra una curva e l’altra apparve Magliano in Toscana, avvolto dalle sue possenti mura rinascimentali. Avevamo appuntamento con Vittoriano Baccetti, storico locale e memoria vivente del borgo. Ci accolse con la gentilezza di chi ha tempo da offrire e storie da tramandare. Tra le sue parole prendeva vita il personaggio di Checco Bello, e sembrava quasi di vederlo lì, tra i vicoli, intento a sdrammatizzare la vita con una battuta o… una cambiale da mangiare.

Tra olivi millenari e resti di antiche abbazie

Impossibile passare da Magliano senza fermarsi davanti all’Olivo della Strega. È uno di quegli incontri che ti fanno sentire piccolo e fortunato: tremila anni di storia intrecciati in un solo albero.

Poco distante, come sospesi nel tempo, scoprimmo per caso i resti dell’Abbazia di San Bruzio. Fu amore a prima vista. Tornai lì pochi giorni dopo per uno shooting fotografico: tra le rovine dorate dal tramonto, la moda sembrava trovare un altro respiro.

Una delle cose che mi colpì di più a Magliano fu il camminamento sopra le mura, ancora oggi perfettamente percorribile. Camminare lungo quelle fortificazioni, tra torri medievali e panorami che si aprono sulle colline maremmane, fu come seguire le orme di secoli di storia. Ogni passo raccontava qualcosa: di difese, di bellezza, di resistenza. È un’esperienza che consiglio a chiunque visiti il borgo — lenta, silenziosa, ma profondamente evocativa.

Pereta: il borgo che disorienta (e incanta)

Nel pomeriggio raggiungemmo Pereta, un paese verticale, fatto di curve e scorci. Fu lì che incontrammo Claudio Terzaroli, che con passione ci raccontò della Sagra del Lunghino e del Palio della Ruzzola, dove il folclore si intreccia alla poesia della tradizione. La Torre di Pereta, alta 29 metri, domina la Maremma come un faro di pietra. Il borgo ha qualcosa di magnetico: ti perdi, ti ritrovi, ma soprattutto ti fermi. E ascolti.

Scansano: la casa del Morellino

Il nostro viaggio si concluse dove tutto era iniziato: a Scansano, cuore pulsante del Morellino. Qui il vino non è solo cultura, ma identità. Visitammo il Museo Archeologico della Vite e del Vino, ospitato nel suggestivo Palazzo Pretorio. Ogni oggetto, ogni reperto, raccontava una storia millenaria di lavoro, di amore per la terra, di evoluzione. Fu come chiudere il cerchio.

E poi, la degustazione – che io non feci, essendo rigorosamente astemio. Ma i calici rubino raccontavano comunque: sapevano di sole e di fatica, con quel retrogusto persistente che ti riporta indietro, tra i filari.

Epilogo: il sapore della prima volta

Quel reportage, pubblicato qualche mese dopo con la copertina scattata davanti all’Agriturismo I Puntoni – un viale di cipressi che sembrava disegnato – rappresentò solo l’inizio. Ma fu l’inizio di un percorso che unisce, per me, passione e viaggi. Un cammino che porto ancora oggi nel cuore.

Se passate da quelle parti, vi consiglio di farlo lentamente. Fermatevi. Ascoltate. Perdetevi.

In vino veritas, dicevano.
In Maremma, è tutto verissimo.

Lascia un commento