
Vorrei evitare di iniziare con una di quelle frasi fatte del tipo “la cucina per me è vita, amore e passione”, ma in realtà ciò che voglio raccontarvi è proprio la mia grande passione per il mondo della cucina a 360 gradi. Molti, vedendo gli scatti dei piatti che preparo e condivido sui social, spesso mi incalzano dicendomi che dovrei farne un mestiere, ma la mia risposta è sempre la stessa: non ho studiato cucina, quindi non ho le competenze necessarie e, allo stesso tempo, mi sento limitato perché ci sono diversi alimenti che non mi piacciono. Qui molti mi manderanno a quel paese.
Anche se ormai mi sento più “del nord” che “del sud” — vivo da tantissimi anni in provincia di Milano — sono nato e cresciuto fino ai 18 anni a Foggia. E molto spesso, quando dico che non mi piacciono pesce e crostacei, la risposta classica è: “Ma che pugliese sei?” Questo è un grande ostacolo, uno dei motivi per cui mi sento limitato: come potrei pensare di lavorare in cucina se non amo il pesce, non mangio il piccione e tanti altri alimenti simili? Per questo mi limito, con grande felicità, a vivere la mia passione preparando piatti gustosi per me e per qualche fortunata.

Ma come in ogni storia, c’è sempre un “prima” e un “dopo”.
Cosa intendo con questa affermazione, anch’essa apparentemente scontata? Ho sempre pensato alla preparazione del cibo come a un piacere esclusivamente per il palato. Oltre a trasformare la cucina in un cratere ogni volta che preparo qualcosa — lo so bene, non è il massimo — non mi sono mai preoccupato dell’impiattamento. Lo consideravo superfluo, una perdita di tempo. Ma qui mi sbagliavo, e di tanto!

Ad un certo punto della mia vita, esattamente un anno fa, ho toccato il fondo. Ero precipitato ed ero rimasto intrappolato nel punto più oscuro degli inferi. Questa condizione di sofferenza mi aveva allontanato da tutto, anche dal preparare i miei soliti piatti gustosi: il cibo era diventato solo un bisogno, un modo per nutrirmi. Poi, quando nella mia testa è scattato quel click, quella scintilla che mi ha strappato dalle tenebre, ho ricominciato a vivere in tutti i suoi aspetti. Da lì è iniziata la mia rinascita, che è ripartita anche dalla cucina.

Il primo piatto che ho cucinato dopo mesi di vuoto è stato un semplice piatto di spaghetti con pomodorini freschi: brutto nell’aspetto, ma buonissimo. È stato in quel momento che ho capito di dover cambiare completamente paradigma: non dovevo più limitarmi a cucinare bene e “buttare” il cibo nel piatto, ma dovevo iniziare a soddisfare anche gli occhi — i miei e quelli di chi, attraverso i social, avrebbe visto le mie creazioni. Non era vanità, ma la riscoperta di un piacere che andava oltre il gusto, coinvolgendo anche la vista.

Così ho iniziato a pensare e curare sempre più l’impiattamento, per rendere giustizia alle mie portate. Ad un certo punto ho pensato che avrei potuto sfruttare questo amore per la cucina anche per promuovere il bello: creare contenuti per il mio canale YouTube, unendo la realizzazione di un piatto a una chiacchierata con un ospite diverso ogni volta. Da quell’idea è nato il mio podcast culinario. Certo, è una sfida difficilissima: oltre a mantenere la concentrazione sulla ricetta, devo controllare riprese, esposizione, luci, inquadrature, fuoco delle camere… e non dimenticare le domande! Una fatica enorme, e per me che mi sto avvicinando ai 50 anni è tutto ancora più complicato. Ma la passione per la cucina e per il bello è così forte che ogni sforzo viene superato.

E poi, cosa non banale: quando cucini rilassato, con la mente libera e con tanto amore, i piatti vengono fuori con una facilità incredibile. Quando invece registri, distratto da mille altre cose, è facile trascurare un dettaglio, e in cucina ogni dettaglio fa la differenza: basta un attimo per stracciare una salsa o annacquare qualcosa.
Voglio salutarvi con un messaggio semplice ma fondamentale: quando fate qualcosa che vi fa stare bene, non fermatevi alle prime difficoltà. Molto spesso, invece di incoraggiarci, dall’esterno cercano di distruggerci. Ma se, nonostante tutto, aggiungiamo l’ingrediente magico — l’amore — ogni cosa cambia.
P.S. Le diete portano tristezza: consumate il cibo con moderazione e nelle giuste quantità, perché può donare solo felicità. E per qualche chilo di troppo, invece di privarvi della gioia, fate attività fisica!
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