Le crepe dentro
“Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente esistenti o accaduti è puramente casuale.”
La notte in cui ricevette quel messaggio, Aurora si sentì mancare l’aria. Era una ragazza caratterialmente fragile, spesso bisognosa di conferme, ma allo stesso tempo, quando davvero lo voleva, sapeva perfettamente di cosa aveva bisogno. Per descriverla al meglio, si potrebbe dire che ha sempre vissuto un po’ nel suo mondo, un po’ come Amélie, la protagonista del suo favoloso universo. Aurora era molto riflessiva, con un modo tutto suo di vivere i sentimenti.
Tutta questa sua emotività la riversava nei rapporti con gli altri. E quando decise di leggere quel messaggio, lo fece una volta, poi una seconda… e ancora. Le parole si erano infilate sotto la pelle come aghi sottili. In cuor suo, sapeva bene che prima o poi quel momento sarebbe arrivato: Alessandro era determinato a cercare la sua strada e aveva capito, con assoluta certezza, di non essere il tipo di persona capace di vivere in una situazione del genere. Ma vederlo scritto, nero su bianco, le faceva perdere l’equilibrio.
“O scegli lui, o scegli me.”
Non c’era più spazio per i silenzi pieni di significato, per i sorrisi al cellulare, per quei messaggi lasciati a metà nella speranza che lui capisse lo stesso. Non c’era più rifugio in quell’ambiguità che l’aveva protetta per mesi. Alessandro le chiedeva di scegliere. E stavolta non avrebbe potuto evitare la risposta. Chiuse il telefono e si accovacciò sul letto, stringendosi le ginocchia al petto. La stanza era immersa nel buio, illuminata solo dalla luce calda della lampada sul comodino. Fu lì, in quel silenzio spezzato dal battito incostante del cuore, che Aurora sentì le lacrime salire. Non era abituata a mostrarsi fragile. Mai. Col mondo indossava una maschera ben studiata: quella della ragazza solare, impegnata, determinata. Ma dietro quella corazza sottile, c’era una bambina che aveva ancora paura di deludere gli altri. Di fare scelte irreversibili.
Eppure… dentro di lei, qualcosa si era già spezzato da tempo.
La storia con Davide era solida. Sulla carta, almeno. Lui era affidabile, presente. Un uomo che sapeva cosa voleva. Con lui c’erano i progetti, i sabati nei negozi di arredamento, le cene con i genitori. Avevano una casa che stava per diventare la loro. Avevano un futuro. O meglio: un piano. Ma da quando Alessandro era entrato nella sua vita, quel piano aveva cominciato a sembrare vuoto. Meccanico. Come se lei stesse recitando una parte in una vita scritta da altri.
Con Alessandro, invece, non c’erano certezze. C’era solo un sentimento travolgente che — a suo dire — non aveva mai provato prima. Un’emozione così intensa da scombussolarla, scuoterla fin dalle fondamenta e farla sentire viva. Non sapeva nemmeno quando, esattamente, tutto fosse cambiato. Forse durante le lunghe ore passate a conversare al telefono, parlando di ogni aspetto della vita. O quando lui le aveva cucinato quel pranzo, con piatti che raccontavano la sua infanzia. O forse ancora prima, quando l’aveva guardata per la prima volta e lei si era sentita davvero vista.
Ma in quella lunga notte, lei vide scorrere davanti ai suoi occhi gli ultimi anni della sua vita, come un film. Dopo aver ricevuto quel messaggio, capì che non poteva più perdersi né esitare, così prese una decisione Non rispose subito. Aveva bisogno di silenzio. Ma la mattina seguente, guardandosi allo specchio, capì che non poteva più vivere con un cuore diviso in due.
Diede appuntamento a Davide per un aperitivo. Si incontrarono in uno dei loro locali abituali sui navigli, nel cuore della grande città. Per lui, quella doveva essere una serata romantica. Aurora, però, si fece coraggio e, tra un boccone e l’altro, singhiozzando tra le lacrime che sembravano un fiume in piena, glielo disse senza giri di parole: non era colpa sua, anzi, lui era un uomo eccezionale, sempre corretto. Ma lei non c’era più, dentro quella relazione. Aveva capito che qualcosa in lei era cambiato, e quel qualcosa aveva un nome preciso: Alessandro. Per questo non poteva entrare in una casa nuova con la testa da un’altra parte.
Lui non parlò per lunghi secondi. Poi disse solo:
«Qualcosa avevo intuito.»
Aurora abbassò gli occhi e, a fatica, aggiunse:
«Ma non è solo questo. È che non posso più mentire. A te. E nemmeno a me stessa.»
Fu come gettarsi in mare aperto, senza salvagente. Una parte di lei voleva tornare indietro. Ma ormai era fatta. Aveva scelto.
Quella sera, non appena tornò a casa, riprese un attimo di lucidità, e subito dopo prese il telefono e scrisse ad Alessandro: «L’ho fatto. Non so se sono pronta. Non so nemmeno se sarò all’altezza. Ma voglio provarci. Con te.»
Poi mise via il telefono e, per la prima volta dopo mesi, pianse di sollievo. Non era più una ragazza divisa in due. Ora era soltanto una donna che, con tutte le sue paure, aveva scelto di amare.
La canzone che ti suggerisco di ascoltare per questo capitolo è:
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