Quando tutto si sposta
“Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente esistenti o accaduti è puramente casuale.”
La fine della primavera del 2023 divenne, prima per Aurora e poi per Alessandro, un vero crocevia della loro relazione, seppur inconsapevolmente. Sono quei segnali che, nel momento in cui accadono, non riesci a comprendere, ma che a distanza di tempo — come punti che si uniscono — svelano tutto. Era uno di quei giorni in cui tutto sembra procedere come sempre, e invece la terra sotto i piedi comincia a tremare senza preavviso.
Aurora aveva ricevuto una notizia inaspettata: un trasferimento temporaneo in un’altra provincia, imposto da regole rigide e vincoli triennali che sapeva di dover rispettare, per motivi legati al suo lavoro. Avrebbe dovuto spostarsi in una sede a qualche decina di chilometri di distanza, in Brianza, a circa trenta chilometri dal suo paese. Certo, per la maggior parte delle persone che vivono nell’universo, cosa potevano mai rappresentare poco più di trenta chilometri? Alessandro, molti anni prima, aveva rinunciato a tutto ciò che era la sua vita e si era trasferito a circa ottocento chilometri. Ma per Aurora, quella distanza diventava un dramma esistenziale — abbastanza da rimodellare la quotidianità che, con fatica e dedizione, aveva costruito. Non era un addio, ma un impegno a tempo determinato. Eppure, le sembrava un abisso.
Aveva fatto molti sacrifici per consolidare la sua relazione, e l’idea di dover vivere per almeno tre anni una distanza che, in sé, non era sconvolgente, ma che per lei rappresentava una vera e propria spina nel fianco, le pesava come un macigno. Pochi mesi prima, in occasione del suo compleanno — come spesso accadeva — aveva ricevuto da Alessandro un enorme mazzo di rose rosse. Era stato lui stesso, quella mattina, a volerle fare una sorpresa: in questo era un vero specialista. Si era presentato alla porta di casa di Aurora con tutti quei fiori. Era una delle cose che Alessandro amava fare con una certa regolarità, e quando vide lo stupore negli occhi di lei, ne fu profondamente soddisfatto. Proprio questo spaventava terribilmente Aurora: perdere le cose semplici del loro stare insieme. Quelle che, col tempo, rischiavano di sgretolare dalle fondamenta la loro relazione.
Alessandro, come se non bastasse, aveva già affrontato la sua parte di sacrifici. Inizialmente, a causa della definitiva chiusura della ditta in cui lavorava, aveva accettato di trasferirsi a Modena pur di non perdere il lavoro. Sapeva benissimo, nel profondo, che la stabilità lavorativa sarebbe stata determinante per la sua esistenza e per l’equilibrio della coppia. Le aveva anche detto: «Sono disposto a tutto, vedrai. Ogni weekend verrò a trovarti, e piano piano il tempo sistemerà ogni cosa.»
Con generosità, voleva mettere al riparo Aurora da cattivi discorsi e consigli non richiesti, da parte di chi — semplificando la realtà — avrebbe potuto insinuare sospetti sul fatto che Alessandro fosse rimasto senza lavoro. E poi, cosa primaria e più importante, il lavoro gli avrebbe restituito, come sempre, la dignità di essere umano. Ma purtroppo lei non volle sentire ragioni: era un muro impenetrabile. Così Alessandro aveva rinunciato a quel trasferimento ben più lontano, a novanta chilometri da casa, solo per rimanere accanto a lei, per preservare quell’idea di famiglia che avevano cercato di costruire insieme, tra sogni, speranze e rinunce. Credeva di avere tutto sotto controllo, che la loro vita fosse fatta di scelte condivise, di silenzi accettati, di affetti sommessi ma costanti. Non aveva però previsto la reazione di Aurora. Lei, così sicura e determinata fino a quel momento, si era ritrovata smarrita. Quel trasferimento, seppur temporaneo, aveva rotto gli equilibri.
I primi mesi furono un susseguirsi di notti insonni, ansie nascoste e tensioni sottili. Alessandro percepiva quel cambiamento, cercava di raggiungerla con parole e gesti, ma qualcosa si era incrinato. La casa dove tornava la sera appariva sempre più vuota, la sua presenza, quella che credeva solida, un’eco lontana. La crisi di Aurora si insinuava in ogni telefonata, negli scambi di messaggi sempre più brevi, nelle visite meno frequenti e piene di silenzi.
E lui cominciò a chiedersi se davvero avessero mai costruito quella famiglia. Se quell’illusione dolce ma fragile non fosse stata soltanto un castello di sabbia. Quel piccolo distacco, quel cambiamento apparentemente temporaneo, aveva aperto una crepa che rischiava di allargarsi troppo in fretta.
Quando, contro ogni aspettativa, Aurora riuscì a tornare dopo un solo anno, quella crepa era ancora lì, più evidente e difficile da ignorare. Era solo l’inizio di una stagione nuova, incerta e spaventosa.
E per la prima volta, Alessandro si sentiva davvero smarrito, come se non bastasse più la semplice volontà di restare insieme.
Perché a volte, anche quando ci si sceglie, la vita mostra ciò che non si era pronti a vedere.
La canzone che ti suggerisco di ascoltare per questo capitolo è:
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