Il giorno in cui tornò la luce
“Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente esistenti o accaduti è puramente casuale.”
I giorni passavano lenti ma dolci, e Alessandro, dopo il naufragio della lunga storia con Aurora, aveva ritrovato una pace che non ricordava da anni. La conoscenza con Luna, così breve e fumosa, si era sciolta nel nulla come neve al sole.
La sua vita era diventata un orizzonte calmo, fatto di piccole abitudini, di fede e di silenzio. Nessuna scossa, solo la serenità di chi ha accettato il passato.
Ma proprio quando tutto sembrava essersi assestato, arrivò una notizia. Una buona notizia. Di quelle che non ti aspetti: una proposta di lavoro, un incarico in un progetto che sembrava fatto su misura per lui. Alessandro accettò senza esitare. Aveva ancora voglia di mettersi in gioco, e questo nuovo inizio lo galvanizzava.
In pochi giorni, la routine cambiò completamente, ma stavolta non c’era sforzo. Era tutto fluido, leggero, come se quel posto lo stesse aspettando da sempre.
I giorni scorrevano tra sorrisi, battute e nuove sfide. Il buio sembrava ormai un lontano ricordo. Ma fu proprio in quel nuovo habitat che arrivò lei: Maricel.
Bella come un’alba d’estate, con quei capelli biondi che sembravano riflettere ogni raggio di luce e quegli occhi azzurri che, appena incrociavano i suoi, gli scavavano dentro. Certo, anche lei aveva un carattere spigoloso: non ne lasciava passare una e doveva sempre avere l’ultima parola.
All’inizio si parlavano poco, per lo più scambi di cortesia. Ma poi, un giorno qualsiasi, accadde qualcosa. Stavano lavorando seduti fianco a fianco. La conversazione si fece intensa, ricca di sfumature personali, come se si conoscessero da anni.
E poi, in un gesto istintivo e del tutto spontaneo, Maricel gli appoggiò una mano sulla gamba.
Un gesto innocente, quasi impercettibile, ma per Alessandro fu come un fulmine. Lei, che non amava particolarmente il contatto fisico, sembrava trasportata da un’onda emotiva che nemmeno riusciva a spiegarsi. Lui rimase immobile, sorpreso non tanto dal gesto, quanto da ciò che gli aveva smosso dentro.
In quell’istante, il luogo grigio e impersonale dove lavoravano si trasformò. Era come se il freddo dell’ambiente fosse stato spazzato via da quel contatto imprevisto.
Alessandro sentì qualcosa nascere, qualcosa che andava oltre l’attrazione fisica. Era come se due anime si fossero riconosciute.
Nei giorni successivi, qualcosa tra loro cominciò a cambiare. Gli sguardi erano più lunghi, le parole più scelte, i silenzi più carichi. Alessandro, pur con tutte le sue ferite ancora in fase di cicatrizzazione, si sentiva di nuovo vivo.
Ma l’incanto non durò.
Un giorno, durante una pausa caffè, lei fece un commento tagliente, apparentemente banale, ma che colpì Alessandro nel profondo. Era stato un giudizio superficiale su un argomento che per lui aveva un peso enorme. Lui non disse nulla in quel momento, ma si chiuse. Qualcosa si incrinò. Lei se ne accorse, ma non capì. Non subito.
Da quel momento, tra loro si insinuò un silenzio carico di tensione. Lui, che aveva imparato a proteggere la propria sensibilità come un vaso fragile, si chiuse a riccio.
Lei, con il suo carattere deciso e a volte spigoloso, non riusciva a trovare la chiave per aprire quella porta che sembrava essersi richiusa di colpo.
Ma nel cuore di Alessandro qualcosa restava acceso. Perché, per quanto dolorosa, quella scintilla era reale. E le cose vere, quelle che scardinano le difese e superano ogni logica, non svaniscono facilmente.
Forse era solo una parentesi. O forse, l’inizio di qualcosa che avrebbe chiesto coraggio. Di nuovo.
La canzone che ti suggerisco di ascoltare per questo capitolo è:
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