Capitolo 17

Il gusto della passione

“Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente esistenti o accaduti è puramente casuale.”

Le labbra si erano appena sfiorate, ma dentro Maricel era esploso un turbine. Un impulso che non riusciva più a trattenere.

Lo guardò negli occhi. Alessandro non si era mosso, ma nei suoi occhi c’era una domanda silenziosa. Nessuna fretta, nessuna pretesa. Solo la verità di un desiderio condiviso.

E fu allora che accadde.

Maricel si avvicinò di più. Con lentezza, senza stacchi bruschi, come se il corpo stesse semplicemente seguendo un destino scritto da tempo. Le sue labbra si posarono su quelle di Alessandro con una dolcezza disarmante, ma bastò il primo contatto perché quella carezza si trasformasse in qualcosa di più profondo. Una fame antica, una sete di autenticità.

Non fu un bacio esitante.

Fu un bacio pieno, consapevole, che parlava di tutte le volte in cui avevano fatto finta di non guardarsi, di tutte le parole che non avevano mai detto, di tutti i dolori che li avevano trattenuti fin lì.

Le loro bocche si cercavano, si riconoscevano, come se finalmente avessero trovato il posto giusto. Le mani di lui si posarono sul viso di lei, guidandola con delicatezza. Le dita di Maricel, invece, scivolarono sul petto di Alessandro, avvertendo il battito accelerato del suo cuore.

Non c’era più passato. Non c’era più difesa. Solo presenza. Solo quel momento.

Il bacio divenne più lento, più morbido, poi di nuovo più intenso, come una danza che alternava respiro e passione. E in mezzo a quella fusione, ci fu anche un sorriso. Uno di quelli che si condividono solo quando si è davvero vicini. Non con il corpo, ma con l’anima.

Quando si staccarono, lo fecero con fatica. Restarono a pochi centimetri l’uno dall’altra, gli occhi lucidi, le guance accese.

Maricel non disse nulla. Non poteva. Aveva il sapore di lui ancora sulle labbra e una tempesta dentro difficile da nominare.

Alessandro abbassò lo sguardo per un secondo, poi tornò a cercarla.

«Era da tanto che non sentivo qualcosa così.»

Lei annuì.

«Anche io. Troppo tempo.»

E poi il silenzio. Ma non uno di quelli scomodi. Uno di quelli che raccontano tutto. Uno di quelli che non hanno bisogno di essere riempiti.

Maricel si sentiva strana. Non fragile. Aperta. Forse era questo il vero rischio. E anche la vera bellezza. Non sapeva cosa sarebbe successo dopo. Non sapeva se quel momento sarebbe stato l’inizio di qualcosa o solo una parentesi preziosa. Ma per la prima volta, non cercava una risposta.

Quel bacio… le era bastato.

La canzone che ti suggerisco di ascoltare per questo capitolo è:

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