Capitolo 18

Una bachata per due cuori ribelli

“Ogni riferimento a persone, cose o fatti realmente esistenti o accaduti è puramente casuale.”

Il vento della sera portava con sé il profumo e il calore di una giornata che sembrava non voler finire. Maricel e Alessandro camminavano fianco a fianco, le dita che si sfioravano ogni tanto, come se non riuscissero davvero a lasciarsi. I baci di poco prima erano ancora un fuoco acceso tra loro, e il passo lento serviva solo a placare l’urgenza che avevano sentito esplodere dentro.

Passarono davanti a un locale con le luci soffuse e le porte aperte. Da dentro usciva una musica che sembrava venire da un altro tempo, da un’altra pelle: una bachata, calda, sensuale, penetrante.

Maricel si fermò. Lo guardò.
«Bachata…» sussurrò, come se stesse leggendo un segreto nell’aria.
Alessandro si irrigidì appena.
«Non ballo più. È passato troppo tempo.»
Lei gli prese la mano. «È passato solo se glielo permetti.»

Non disse altro. Lo trascinò dentro con un sorriso che era metà gioco, metà provocazione. L’atmosfera nel locale era intima, vibrante. Le luci basse, i corpi che si muovevano lentamente. Il DJ fece partire una di quelle bachate lente, cariche di tensione, dove ogni movimento è una promessa.

Alessandro la prese tra le braccia come se non avesse mai smesso di farlo. E quando i loro corpi iniziarono a muoversi insieme, qualcosa cambiò. Ogni passo, ogni sfioramento, era un invito. Ogni rotazione, un filo teso tra desiderio e abbandono.

Maricel lo sentiva. Ogni nota si infilava sotto pelle. Ogni volta che lui la guidava con quella sicurezza antica, lei si lasciava andare un po’ di più. Alessandro ritrovava se stesso tra le sue braccia. Non era solo un ballo. Era un linguaggio. Era una resa.

E quando la canzone finì, Maricel rimase lì, con la fronte contro il suo petto, il fiato corto.
Non dissero nulla. Non serviva.

Fu lì che Alessandro sussurrò:
«Vieni via con me.»

La canzone che ti suggerisco di ascoltare per questo capitolo è:

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