Intervista a Federico Formignani e il suo nuovo libro “Paroll, domà paroll”

Federico Formignani: Un Viaggio nella Milano di ieri e oggi, tra poesia e ricordi

Giovedì mattina, 20 febbraio, sono stato ospite di Federico Formignani nel suo studio privato per un’intervista davvero speciale. Formignani, milanese di nascita ma con una carriera che lo ha portato a viaggiare nel mondo, mi ha raccontato del suo nuovo libro e mi ha fatto immergere in un viaggio che mescola passato e presente, amore e città. Un incontro che è stato molto più di una semplice chiacchierata: è stato un racconto di emozioni e ricordi.

Chi è Federico Formignani?

Federico Formignani è una figura importante del giornalismo. Con un’esperienza che abbraccia la radio, la stampa e la scrittura, ha collaborato con alcuni dei principali media italiani e internazionali, tra cui la Radio Svizzera di Lugano, la Rai di Milano e diverse testate di turismo. Ha pubblicato numerosi libri che spaziano dal teatro ai dialetti, dai gerghi ai reportage di viaggio, con un focus particolare sul turismo a livello comunitario. Con oltre un centinaio di paesi visitati, Formignani ha avuto la fortuna di osservare il mondo da prospettive uniche, riuscendo a coniugare il mestiere di giornalista con una profonda passione per la scrittura e la cultura.

Il nuovo Libro: “Paroll, domà paroll”

Il motivo principale dell’incontro con Formignani è stato il suo nuovo libro, Paroll, domà paroll (edito da Milano Meravigliosa), un’opera che si distacca dalle sue precedenti pubblicazioni per la sua intima riflessione sul dialetto milanese e sull’amore.

Il libro si compone di venticinque poesie in dialetto milanese, un omaggio alla lingua e alla cultura della sua città, Milano. Le poesie d’amore sono le prime cinque, dedicate alla moglie Cate, un sentimento che traspare in ogni verso e che diventa il cuore pulsante di tutta la raccolta. Queste poesie non sono solo un atto di amore verso la persona amata, ma anche un atto d’amore verso una lingua che ha segnato la sua vita e la sua crescita culturale.

Le successive cinque poesie continuano il tema dell’amore, ma lo esplorano da una prospettiva più leggera, giocosa, talvolta surreale. È come se Formignani volesse ricordarci che l’amore non è solo passione profonda, ma può anche essere un gioco, un sorriso condiviso.

Le rimanenti quindici poesie formano il gruppo intitolato Milanon, Milanasc, in cui il dialetto si fa portavoce di una città che cambia, che cresce, ma che conserva i suoi ricordi più intimi. Milano, la sua Milano, emerge in queste poesie come una città viva, pulsante, dai contorni sfumati ma profondamente radicata nei suoi abitanti. Le poesie parlano di gioventù, di tram che attraversano la città, di disagi, paure, ma anche di speranze e sogni, il tutto con uno sguardo affettuoso e, al contempo, critico verso una città che, pur con i suoi difetti, resta un simbolo di resilienza e trasformazione.

Poesie di un tempo lontano

Quello che rende questa raccolta particolarmente interessante è il fatto che queste poesie non sono nate ieri. Sono state scritte nei turbolenti anni Settanta, un periodo storico di grande fermento e trasformazione per l’Italia e, in particolare, per Milano. Formignani, all’epoca impegnato nel mondo dei dialetti attraverso la radio e la stampa della Svizzera italiana, ha messo nero su bianco emozioni, sensazioni e pensieri che oggi, dopo quasi cinquant’anni, risuonano con una forza inaspettata.

“Le poesie sono ‘antiche’ – ci racconta Formignani durante l’intervista – sono state pensate e scritte in quegli anni difficili, quando il mondo sembrava in subbuglio. Oggi, rilette, rivivono con la stessa intensità, se non maggiore.”

Questo libro non è solo un atto di nostalgia, ma una riflessione sul presente. È un ponte che collega la Milano di ieri a quella di oggi, un ponte che si costruisce attraverso le parole e che, grazie alla lingua del dialetto, riesce a trasmettere una verità profonda e universale: l’amore per la città e per la vita stessa.

Un’Intervista Intima

Durante l’intervista, che potete ascoltare sul mio canale YouTube, Formignani si è aperto anche su aspetti più personali della sua vita. Ha raccontato del suo grande amore, ma soprattutto ha parlato con sincerità e passione del legame che lo unisce alla sua lingua e al dialetto milanese, una lingua che non è solo un modo di parlare, ma un vero e proprio patrimonio culturale.

A proposito di Milano, Formignani ha dato vita a un racconto impregnato di quella “milanesità” che tanto ama. Ha citato uno dei simboli dialettali milanesi: la scighera, quella nebbia particolare, quella specie di velluto che fluttua sui campi al mattino presto e che avvolge la città nei mesi più freddi.

Non sono mancate anche storie affascinanti dei suoi numerosi viaggi. In particolare, ha condiviso un aneddoto di un viaggio che fece nel sud del Paraguay, un’esperienza molto particolare. Durante un reportage organizzato dal Ministero del Turismo, Formignani, insieme al fotografo e a un accompagnatore, si recò in una zona isolata di Encarnación, una cittadina al confine tra Paraguay, Argentina e Brasile. Viaggiarono a bordo di un fuoristrada attraverso una vegetazione foltissima, alla scoperta di una comunità di Guaraní che viveva isolata dal resto della civiltà. Il gruppo giunse in una zona molto interna a visitare una capanna dei Guaraní, dove incontrarono un cacique (il capo della tribù) che viveva con le sue tre mogli e numerosi figli. L’unico segno di modernità del cacique era una maglietta dell’Argentina che indossava, ma per il resto viveva in modo molto semplice, coltivando la terra e seguendo antiche tradizioni. Questo particolare ha colpito molto Formignani.

Oltre a questo aneddoto e ad altre curiosità, la conversazione è stata un viaggio tra passato e presente, con uno sguardo sempre affettuoso e come atto d’amore per una città e il suo dialetto che non dovrebbe mai essere dimenticato.

Conclusioni

Chi ascolterà questa intervista non troverà solo un autore che parla del proprio libro, ma un uomo che vive le sue radici, attraverso la scrittura, come una vera e propria testimonianza di vita.

2 risposte a “Intervista a Federico Formignani e il suo nuovo libro “Paroll, domà paroll””

  1. Avatar Federico Formignani
    Federico Formignani

    Le cosiddette interviste sui canali televisivi nazionali, condizionate dall’angoscia dell’intervistatore di tagliar corto perché incombe il servizio successivo, sono quelle che io chiamo “interviste slip o tanga” (nel caso parlino con una donna). La tua intervista, che mi ha permesso di approfondire certi aspetti personali e universali, è al congtrario un’intewrvista che rientra nella classificazione – sempre parlando di pudende – dei “mutandoni da notte delle nostre nonne. Quindi, caro Paolo, grazie a te!

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    1. Carissimo Federico, Grazie! Vedrai la prossima intervista che faremo insieme…

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